Il famoso dilemma degli artisti “emergenti”..?

Una delle domande che più mi si pone è la seguente: “la cifra che spendo in un artista emergente, è semplicemente un costo o può oggettivamente avere un valore nel tempo?”

A questa domanda, io rispondo con perentorietà di definirmi cosa significhi per lui o per lei, l’essere emergente. In altre parole, di spiegarmi cosa intendano per artisti emergenti.

Perché credetemi, se escludiamo i famosi nomi delle grandi aste, tra cui Banksy, Basquiat, Koons, Picasso, Bacon, Zao Wou-KI, Warhol, ed un’altra trentina di nomi, mi vien da ridere a ricomprendere tutti gli altri nella categoria “emergente”. Cosa significa emergente? Giovane d’età anagrafica? Da pochi anni nel mercato dell’arte contemporanea? Che ha fatto poche vendite negli anni precedenti? Che è trattato da Gallerie sconosciute? Tutto potrebbe essere in parte vero, ma allo stesso tempo potrei bocciarvi ogni ipotesi.

L’arte, qualunque cosa si intenda per arte, non è un prodotto, non è un servizio, non è seriale in senso industriale. Parlare di mercato quando si tratta di arte mi fa istintivamente alzare il sopracciglio. Eppure niente come l’opera d’arte incorpora in sé valore, spesso talmente elevato da essere definito “inestimabile”. È allora che entra in gioco il prezzo come rappresentazione approssimativa del valore. Avendo in mente che non sempre ciò che costa, vale. Accettata questa approssimazione, sarebbe più corretto parlare di sistema dell’arte che di semplice mercato. E conoscendo come funziona questo sistema, abbiamo forse qualche possibilità in più di rispondere con precisione alla fantomatica domanda inziale.  Fino a che punto la passione condiziona le scelte degli individui? E fino a che punto spinge nel far prevalere le emozioni a discapito della razionalità? Se si parla di passione per l’arte, la risposta è semplice: un punto non sempre esiste.

Ogni artista ha in sé delle potenzialità. Occorre chiaramente però analizzare e discutere di come funziona il sistema dell’arte in cui è inserito. Il contesto a cui appartiene, da quale Galleria è venduto e trattato, quale tipo di garanzia rilascia la Galleria stessa, che tipo di opere ha prodotto prima di quelle attuali, e così via. Solo facendo una rapida ma completa analisi, si può rispondere alla fatidica domanda del famoso “ne vale la pena?”.

 

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