Banksy shock: quotazioni +228% in un anno. Dove arriverà?

Effetto Banksy. Imperatore Banksy. Re Mida Banksy. Tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Il più grande genio contemporaneo, che fa volare le quotazioni delle opere esistenti, e fa le maggiori fortune di tutti i suoi collezionisti. Ma ciò che sta succedendo attorno alle sue rivalutazioni continue, stuzzica l’incredulità di tutto il mondo. Se nel 2016 aveva fatto un +43%, nel 2017 un +47%, nel 2018 un +16%, nel 2019 un +32%, nel 2020 durante l’anno più negativo della storia economica dal dopoguerra…è successo l’imponderabile. Un +228% la media di aumento di ogni sua singola opera in circolazione. 

Siamo di fronte alle più grandi crescite mai registrate nella storia dell’arte contemporanea. E, anticipo, non è finita qui. Qualsiasi operatore del settore ne resta esterrefatto, e soprattutto compiaciuto dal poter ormai affermare al termine di ogni anno la frase più amata da un Gallerista..il famoso “ve l’avevo detto”. Con Banksy ormai si gioca facile, le previsioni eclettiche diventano certezze, le possibilità diventano probabilità al 99%. E la cosa che lascia tutti a bocca aperta è la folle quantità di richieste continue da parte degli investitori di tutto il mondo. Devo ammetterlo, si tratta ormai di un vero e proprio fenomeno finanziario globale. Un certificato azionario, che nutre il proprio controvalore dal gioco della domanda e dell’offerta, irridendo il precedente proprietario. Sì, perché tra 6 mesi, lo stesso Banksy venduto a 100, ne varrà 140, facendo pentire con ormai precisione matematica il precedente possessore di essersene privato.

Il più grande provocatore della nostra epoca ha deriso banche, consulenti finanziari, art advisors, art market specialists. Ha saputo ribaltare il sistema dell’arte. Un sistema complesso, fatto di cultura, economia, mercato, con accenti commerciali. E spesso, gli elementi non remano dalla stessa parte, anzi. Banksy ha vinto. E vincerà ancora per molto tempo. La domanda incessante di sue opere da parte di collezionisti e risparmiatori crea ogni giorno più appeal, attorno a questo loop che non fa altro che innescare a domino gli elementi sopracitati.

Ripeto, non è finita qui. La domanda che più mi ponete rimane sempre la stessa. Se oggi, convenga ancora, acquistare Banksy. E di dire qualcosa sulle opere in mio possesso. Mi limito in due parole a rispondervi una volta per tutte, in modo chiaro e sincero. Il 5 luglio 2020 ho acquistato quattro opere di Banksy originali, di cui due “signed” e due “unsigned”. C’è chi decide di investire in un appartamento, o in un condominio, e chi decide di investire in questo catalogato ma dinamico ed esperienziale mondo dell’arte. Per chi non sia del settore, sottolineo che il valore dell’opera di Banksy è dato dall’autenticazione COA Pest Control. Poi Banksy sceglie a sua discrezione quante firmarne e quante non firmarne. In soli 6 mesi, da luglio, il valore di ognuna di esse si è triplicato. In un caso, la mia famosa “Trolley Hunters”, quadruplicato. Ripeto in 6 mesi. In dicembre, in occasione delle ultime aste di Hong Kong e Londra, ho ricevuto decine di richieste, con offerte solide e reali. Ad una in particolare, di un noto personaggio dello spettacolo italiano, ammetto di aver ceduto. Ho venduto uno dei miei top artworks. Il tempo di festeggiare, stappare lo champagne, godere degli effetti benefici di un facile ed enorme guadagno, ed eccomi dopo solo un mese prigioniero “dell’effetto Banksy”. La stessa opera si è oggi sestuplicata. E con grande pentimento, ricomprerei la stessa opera all’acquirente, che oggi si vede bene dal venderla. Penso basti la mia breve storia recente, per rispondervi. Se avete l’impulso, o l’occasione, se avete lo slancio di acquistare arte a fini non prettamente estetici, per una volta (e dico solo per stavolta) lasciate a casa le emozioni del bello o dell’arredo. Siate cinici. Siate coraggiosi. Gli old masters hanno scritto la storia, ma per pochi intimi e fortunati (vedere il boom del “Giovane che tiene in mano un tondello” del Botticelli, battuto da Sotheby a 92 milioni di dollari la settimana scorsa), Banksy ha improvvisamente riscritto le regole. In modo del tutto nuovo. A suo modo, prendendo in giro il mondo. Una delle sue frasi più famose, racchiude il senso (che è un sottile diabolico non senso) di tutti gli sfortunati tentativi di racchiudere la sua folle ascesa nel mercato dei grandi: “L’arte dovrebbe confortare i disturbati, e disturbare i confortati”.  See you soon.

 

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