Acquistare arte per…investire, arredare o per pura passione?

In molti mi chiedono quale sia il movente giusto per acquistare un’opera d’arte.

Prima di dirigere un cliente, un amico, un appassionato, verso un artista oppure un altro, devo capire chi ho di fronte. E soprattutto porgli le più diverse domande. L’arte non è un bene qualsiasi: è un asset vero e proprio. Poche cose richiedono un approccio davvero olistico come l’acquisto di un’opera. Che sia di una artista emergente, che sia di un artista già affermato e quotato. Non importa. Quello che cerco di far capire a chiunque è che l’acquisto, nel 90% dei casi, non va a soddisfare solo un unico bisogno, ma una combinazione di diversi elementi psicologici. A cui devo dar peso prima di consigliare o indirizzare un cliente che si affida alle mie competenze. Le ragioni che spingono ad investire in un quadro od una scultura vanno da una semplice voglia di arredo, a bisogni di condivisione del valore acquistato, con accenti più o meno forti di ego soggettivo, a proiettare verso gli altri il proprio ambiente domestico dove verrà collocato, e per finire un piacere verso l’investimento vero e proprio, con ricerca di una piccola o grande rivalutazione finanziaria del budget speso.

Una volta chiarita questa necessaria, ma fondamentale, riflessione che ci rende in fondo tutti uguali, o perlomeno simili quando acquistiamo arte, occorre entrare nei dettagli del budget a disposizione e soprattutto dell’idea di quale corrente artistica, o semplicemente di quali gusti prettamente estetici vogliamo trattare. E nel caso il cliente mi sottoponga già l’artista, verso il quale vuole dirigersi, cerco di analizzare e trasmettere le mie impressioni su di esso. In particolar modo, quale esigenza vada a soddisfare quel particolare artista.

Va tenuto conto che nella maggior parte dei casi, chi si rivolge ad una Galleria d’arte non è sufficientemente preparato. E si dimentica che l’arte è per definizione stessa un bene spesso illiquido. Tant’è che una delle prime domande che più mi è stata posta nella mia esperienza è: “nel caso volessi un domani rivendere il mio quadro, come funziona? Riacquistate l’opera? Come posso, anche solo per curiosità, capire l’eventuale rivalutazione del mio acquisto? Serve assicurare il quadro?”.

L’approccio che più consiglio nell’acquistare un’opera d’arte, e che ritengo più auspicabile, è sicuramente quello non prettamente speculativo, ma fatto di consapevolezza del proprio bisogno estetico/emozionale/soggettivo/patrimoniale di questo particolare periodo storico.

Ammetto anche che l’arte è considerata, da numerosi studi statistici dell’ultimo anno,  un valido strumento di diversificazione patrimoniale, e forse l’unico bene in grado non solo di mantentere, ma, in taluni casi di aumentare considerevolmente il proprio valore, dando percentuali di utile mai raggiunte da alcun investimento finanziario. E, chi conosce qualcosa di me, sà benissimo di che percentuali stia parlando, anche solamente in un semestre.

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